Teatro

Al Politeama di Trieste debutta 'Il Comico e la Spalla'

Al Politeama di Trieste debutta 'Il Comico e la Spalla'

In scena da ieri sera al Politeama Rossetti di Trieste ''Il comico e la spalla'' di Vincenzo Cerami. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Catania, ricostruisce una poetica metafora della vita. Interpreti, Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, cui si affiancano Anna Malvica e Clotilde Sabatino, regia di Jean-Claude Penchenat, scene e costumi di Roberto Moscoso. Le musiche di Nicola Piovani sono eseguite dal vivo dal fisarmonicista Fabio Ceccarelli. Come Totò e Peppino anni fa, ma anche come Alex e Franz o Bonolis e Laurenti oggi, Ernesto e Orazio sono Il Comico e la Spalla. Due attori legati, anzi “intrecciati” da un rapporto di dipendenza reciproca: impossibile per l’uno far ridere senza l’altro. Ma poi, sulla scena come pure nella vita, apparirà chiaramente chi è il comico principale e chi è la sua spalla? Lo spettacolo mette in scena proprio questo dubbio. Chi è secondo all’altro? Chi è la mente e chi è il braccio? Carmelo o Alfio, Ernesto o Orazio? Pippo Pattavina e Tuccio Masumeci nei panni di Ernesto e Orazio rappresenteranno la risposta. I due che per anni hanno condiviso la scena, ne Il Comico e la Spalla accettano di replicare in qualche modo se stessi, sfiorano il metateatro, ma solo per farsi tramite di più significanti concetti. La pièce è divisa in due tempi, nel primo i due comici stanno interpretando un loro spettacolo dai toni divertenti, ma dal finale tragico in cui Carmelo – che è la spalla – frustrato dalla situazione di sottomissione rispetto ad Alfio, uccide il collega. Nel secondo tempo i due attori si spogliano delle vesti di scena per diventare “loro stessi”, Ernesto ed Orazio. Nel loro dialogo riecheggiano le battute e le scene dello spettacolo appena recitato, ma ora si tratta della realtà. Una realtà in cui, come sulla scena si sono creati un turbolento ma chiuso universo a due, impermeabile ormai alle sollecitazioni esterne (riassunte nel contrappunto di Marta la padrona della pensione in cui alloggiano) e refrattario persino allo slancio sentimentale incarnato da Aisha Cerami, la bella figlia di Orazio e amante di Ernesto. Orazio darà il suo consenso alla relazione a condizione che Ernesto sia sincero con la ragazza e le dica che molti anni prima aveva avuto una storia d’amore con la madre. Ma nemmeno la dura reazione della giovane scalfisce il loro universo: il comico e la sua spalla non riescono o non vogliono capire e finiscono per ridere della situazione.